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Nella mente del notatore

PREFAZIONE

 

            L’individuazione di un evento fondativo che sia all’origine della lunga avventura storica della semiologia gregoriana e della sua interpretazione è un’operazione complessa e, per certi versi, arbitraria. Non ripercorreremo in questa sede le molteplici vicende editoriali che hanno tracciato il cammino in cui, modestamente, ci andiamo a inserire, ma ci soffermeremo solo per un istante a riflettere sul nostro ruolo di testimoni storici di un percorso che, con la pubblicazione del Graduale Triplex, ha trovato quarant’anni fa la sua sintesi più efficace.

            L’entusiasmo per il rinvenimento del Tonario di Montpellier, nel 1851, che com’è noto presentava duplice notazione, neumatica e alfabetica, la pubblicazione in Germania del secondo graduale di Hermesdorff, con neumi standardizzati, tra il 1876 e il 1882, e la scelta di destinare ben due volumi della Paléographie Musicale, alla fine dell’800, alla documentazione di più di cento versioni di un’unica composizione (il graduale Iustus ut palma), possono essere considerati come esempi significativi – scelti un po’ casualmente fra molti altri – di un’attività incessante di ricerca e di sviluppo della conoscenza semiologica e della sua applicazione nella prassi. Un’attività intensa e ricca di importanti acquisizioni che – come la storia successiva ha mostrato con chiarezza – oggi appaiono come competenze ineludibili per chi voglia accostarsi con consapevolezza alla materia semiologica.

            Le edizioni digrafiche e trigrafiche del secolo scorso hanno reso necessaria, ad esempio, la capacità di sviluppare uno sguardo sinottico, complessivo, che consideri simultaneamente il dato musicale e le prescrizioni ritmiche dei neumi. La pubblicazione e la digitalizzazione di migliaia di manoscritti ha reso imprescindibile una riconsiderazione critica di melodie storicamente stabilizzate e ha creato le premesse per la diffusione di competenze altrimenti riservate a pochi volenterosi specialisti.

            Gli indubitabili progressi scientifici interni alla disciplina hanno reso disponibile, ai nostri giorni, un enorme patrimonio di conoscenze, di procedure e di materiali; ma, se è possibile individuare un limite in tale contesto, esso è costituito proprio dalla scarsa propensione all’innovazione didattica e a una certa pigrizia nella rielaborazione di forme di trasmissione del sapere che iniziano a presentare qualche elemento di obsolescenza.

            Con la proposta metodologica contenuta nel presente volume si vuole indicare una via alternativa (e complementare) per la conoscenza semiologica, ma soprattutto si desidera sistematizzare il patrimonio di esperienze acquisite negli anni nell’ambito della nostra attività di docenti, nei Conservatori e nei Corsi di Canto Gregoriano. La sfida più audace che intendiamo proporre è quella che, con un mutamento di prospettiva, trasforma l’allievo da fruitore passivo del dato semiologico a fautore attivo della costruzione di linee neumatiche, provando a collocarsi “nella mente di un notatore” – sangallese o metense – ripercorrendo i passaggi mentali necessari alla risoluzione delle molteplici problematiche implicite nella naturale complessità delle varianti melodiche.

            La scelta di un metodo progressivo basato sull’applicazione delle leggi che via via si possono individuare (segnali inequivocabili di una inattesa mentalità positivistica, per certi versi straniante se si pensa al contesto altomedievale in cui sono state elaborate) è finalizzata, nei nostri intenti, a fornire gli strumenti utili per cimentarsi con la retroversione, esercizio di insostituibile efficacia per l’apprendimento dei meccanismi della semiologia gregoriana.

            L’intenzione di conferire un taglio pratico e applicativo a questo volume – destinato peraltro a chi ha già intrapreso un percorso di studio nell’ambito della neumatica –  ci ha convinti a snellire l’apparato critico e a rimandare ogni approfondimento bibliografico alle numerose pubblicazioni esistenti in materia, prime fra tutte la Semiologia gregoriana di E. Cardine e l’Introduzione all’interpretazione del canto gregoriano di L. Agustoni e J. B. Göschl.

            Un sentito ringraziamento va alla dott.ssa Angela Dell’Armi per la sapiente predisposizione dei numerosi apparati grafici di cui il volume è provvisto e a tutti gli allievi dei nostri corsi che in questi anni hanno contribuito, con la loro passione genuina, all’elaborazione e alla realizzazione della nostra idea. Da ultimo, il nostro pensiero riconoscente non può che andare al M° Mons. Vincenzo De Gregorio, per il sincero interesse mostrato fin dalle prime fasi di elaborazione del nostro lavoro e per averne condiviso gli intenti.

 

                                                                                                                      Gli autori