Presentazione

 

La formazione musicale che viene organizzata dal Pontificio Istituto di Musica Sacra attinge le sue prospettive dai motivi che il Santo Pontefice Pio X indicava quando si occupò della Musica per la Liturgia, nel 1903, nel documento classificato come “Motu proprio”, dall’incipit Inter sollicitudines. L’intervento del Papa non era dovuto ad una ispirazione improvvisa: era, bensì, frutto di ben due situazioni, una personale e l’altra di esperienza ecclesiale. Quella personale era motivata, come altri suoi interventi marcatamente pastorali (come quello riguardante l’età della cosiddetta “prima comunione” ai bambini), dal fatto che era il primo Papa, dopo alcuni secoli, ad avere nella sua esperienza pregressa, non quella di curiale o di diplomatico, ma quella del parroco e del vescovo diocesano, approdando poi all’augusto ruolo di Patriarca di Venezia. Pio X conosceva bene la vita parrocchiale con tutti i risvolti che derivano dalle prassi che ruotano intorno alla Liturgia ed alle “devozioni” popolari: giovane Parroco in un contesto contadino/artigiano; Vescovo di una Diocesi veneranda ma misurata e radicata in un contesto locale di grande tradizione come Mantova; Arcivescovo Patriarca di Venezia, accompagnato nelle solenni liturgie della Basilica palatina di San Marco da una istituzione antica, veneranda e solida come la Cappella Marciana. Il contesto nel quale il secondo elemento che caratterizza il suo intervento sulla musica nella Chiesa, quello dell’incontro, è lo scambio di competenze e di esperienze dovute al gesuita p. Angelo De Santi, primo Preside dell’Istituto. Non fu un incontro con la prassi italiana della musica nella Liturgia: Angelo De Santi era nato in Trieste, cittadino dell’Impero Asburgico, immerso nelle prassi cultuali e musicali centroeuropee e germanofone, lontane dalle radicate contaminazioni operistiche del canto e degli strumenti, organo compreso, della tradizione operistica italiana. La formazione liturgico/musicale ricevuta dal De Santi in Regensburg, fu senza alcun dubbio un elemento determinante nell’orientamento assunto per il canto e la musica nella Liturgia così come indicato dal documento del Papa e così come incarnato nella strutturazione di un Istituto ecclesiastico romano dedicato a questo àmbito.

Canto Gregoriano, Polifonia, Organo, Composizione nell’alveo della grande tradizione delle forme classiche palestriniane: questo il progetto formativo. A tale progetto il PIMS è rimasto sempre fedele ed ha continuato ad esserlo nella sua ultracentenaria esistenza. Accanto alla formazione di alta specializzazione nei singoli corsi riguardanti le Tastiere, il Canto Gregoriano, la Coralità e la conoscenza delle forme compositive classiche, l’Istituto opera nel preparare operatori musicali che sappiano comporre una Liturgia che si presenta sempre con le ambiguità dovute, da una parte, all’essere stabilita minuziosamente nelle rubriche e, dall’altra, nel doversi incarnare nella Comunità che celebra. Non è un caso se i due termini: rappresentazione e ripresentazione, accostano la Liturgia alle più alte forme educative di tutti i Popoli. Il “Teatro”, come momento educativo e formativo delle menti e delle coscienze. La Liturgia della Chiesa occidentale, avendo accolto come presenza normale, abituale e professionale, gli strumenti musicali, insieme con le voci sia singole sia corali, ha aggiunto all’insieme delle esigenze di rappresentazione e ripresentazione, un elemento in più, quello del preparare, congiungere e risolvere i vari momenti celebrativi con la sola musica strumentale. Non conosciamo nessuna esperienza del genere in qualsiasi delle espressioni liturgiche della storia delle Religioni. L’Improvvisazione , quindi, non come creazione di episodi musicali casuali e rabberciati, affidati all’estro del momento o alla mancanza di strutture formali. Anzi. Improvvisazione come sapiente uso di tutte le conoscenze melodiche, armoniche, di generi e di forme che la Storia della Musica, così come l’ha incisa la Chiesa Cattolica occidentale, ci ha consegnato. La fatica didattica di Theo Flury, enorme nel tempo e nelle articolazioni culturali e generazionali degli Allievi del Pontificio Istituto di Musica Sacra, intende affidare ai musicisti uno strumento adeguato per conoscere, gestire, utilizzare l’improvvisazione come somma di ampia sapienza musicale. Con gioia e soddisfazione viene pubblicata nella Collana Didattica e Saggistica, testimonianza viva della sua dedizione alla Musica.

 

Roma, 10 giugno 2023                                                          M.° Mons. Vincenzo De Gregorio

Preside del PIMS